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Rabarbaro: come si coltiva e che tipo di pianta è

Rabarbaro: come si coltiva e che tipo di pianta è

Rabarbaro: il nome è formato da due parole greche. Ha origini asiatiche ed è presente oggi in 60 specie.  Si usa in cucina e come cura. Rabarbaro è un ortaggio che ormai si usa comunemente tanto per preparare ricette(dolci e salate) che per curare alcuni disturbi. La pianta ha proprietà che f...

Rabarbaro: il nome è formato da due parole greche. Ha origini asiatiche ed è presente oggi in 60 specie. Si usa in cucina e come cura.

Rabarbaro è un ortaggio che ormai si usa comunemente tanto per preparare ricette(dolci e salate) che per curare alcuni disturbi. La pianta ha proprietà che facilitano la digestione e, preso in piccole dosi, stimola la secrezione dei succhi gastrici. E’ un rimedio naturale contro la stitichezza e le malattie croniche del fegato. La pianta deve le sue proprietà benefiche alla composizione: 93% di acqua, 1,7% di fibre, e il resto sono carboidrati, zuccheri, proteine, vitamine del gruppo A e B. Senza contare i sali minerali: di cui possiede in maggiore quantità calcio, ferro, magnesio e potassio. Del rabarbaro si mangiano solo le coste. E’ bene mangiarne solo a piccole dosi, per evitare problemi intestinali e dolori addominali. E’ sconsigliato il consumo alle donne in stato di gravidanza ed esistono casi di allergia a questa pianta.

Rabarbaro: descrizione e coltivazione

La pianta di rabarbaro ha un colore rossastro lungo le coste. Il fusto può raggiungere i due metri di altezza e, coltivato, si può coltivare tanto in vaso che in giardino(e nei campi). La pianta predilige un clima continentale e mediterraneo, ma cresce preferibilmente a basse temperature. In giardino e nel terreno cresce anche sotto il sole, ma predilige zone ombreggiate e temperature non troppo elevate. Si adatta bene a fenomeni di intemperie, sia primaverili che autunnali. Quanto alla coltivazione, si può fare tramite semina, o con i cespi. La prima, meno diffusa, si fa a partire da febbraio e necessita un trapianto successivo al momento della comparsa dei germogli. I cespi, invece, si trovano in vendita già pronti e vanno interrati in primavera o in autunno. Per la precisione, vanno messi a poca profondità nel terreno, disposti a file e distanziati gli uni dagli altri. Il raccolto, poi, si fa generalmente al secondo anno di età e in corrispondenza con l’inizio della primavera. Per cogliere si parte dalle coste più esterne e si procede via via verso l’interno.