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Le patenti di guida italiane non sono a norma: ecco perchè

patenti di guida

L'Italia rischia una multa dall'Ue per le sue patenti di guida. Queste non sarebbero per nulla chiare nel segnalare limitazioni alla guida

Le patenti di guida italiane sono irregolari. Eurotoday ha diffuso la notizia che l’Italia, e assieme a lei la Germania, l’Olanda e la Lettonia, rischia una sanzione dall’Unione Europea. Questo perché le patenti di guida italiane non chiarirebbero in maniera sufficiente eventuali limitazioni alla guida per il guidatore. Proprio ieri 8 marzo, la Commissione Ue ha inviato una lettera di costituzione di mora.

Patenti di guida non a norma

L’Unione Europea sta bacchettando l’Italia per quanto riguarda delle irregolarità sulle patenti di guida. Eurotoday ha affermato che nella giornata di giovedì 8 marzo, la Commissione Ue ha inviato al nostro Paese una lettera di costituzione di mora. Questa rappresenta il primo passaggio formale della procedura di infrazione comunitaria. Oltre all’Italia, sotto accusa ci sono anche Germania, Lettonia e Paesi Bassi. L’Unione Europea esorta tutti seguire attentamente le norme comuni europee sulle patenti di guida. Le norme sono comprese nella direttiva 2006/126/CE.

Il problema delle nostre patenti di guida non sarebbe di poco conto. Infatti, queste non riporterebbero in modo chiaro ed inconfutabile delle eventuali restrizioni di guida. Per esempio potrebbe essere motivo di discussione l’obbligo o meno di portare gli occhiali mentre si è al volante. La poca chiarezza di queste limitazioni rende più difficili e lunghi eventuali che possono venir fatti ai guidatori. Ci rimetterebbero tutti, sia gli autisti che i vigili impegnati nei controlli. Potrebbe venir meno un’autorità, favorendo proteste. E anche soprusi. Si tratta quindi di una situazione che è assolutamente importante chiarire, senza possibilità di interpretazione.

La regola

Il primo allegato della direttiva afferma proprio in che modo devono essere riportate sulle patenti di guida le limitazioni eventuali. Non solo, anche tutte le altre informazioni supplementari. La lettera di messa in mora afferma che i quattro Stati hanno sposato misure a livello nazionale che ‘contrastano con alcune di tali prescrizioni’. Ora, per il nostro Paese, ci sono due mesi di tempo per replicare alle argomentazioni addotte dalla Commissione Ue sulla patente. Non succedesse, o non avvenisse con successo, Bruxelles, con ogni probabilità, deciderà di inviare un parere motivato, il passaggio precedente al deferimento alla Corte di Giustizia.

Italia e Ue

L’Italia, in questi anni, ha versato molti soldi all’Unione Europea. La Corte dei Conti ha fatto lo scorso anno una relazione sui Rapporti Finanziari con l’Unione Europea e l’utilizzazione dei fondi comunitari. Nei sette anni che vanno tra tra il 2010 e il 2016, il nostro Paese ha dato all’Europa oltre 37 miliardi di euro, ricevendone benefici che non sono quantificabili neppure. Ha accelerato la spesa dei fondi della programmazione economica chiusa di fatto nel 2015, in modo tale da non disperdere risorse. Tuttavia, lo ha fatto grazie all’utilizzo di alcuni trucchi contabili. Questi, in realtà, hanno protetto la possibilità di sfruttare i denari, che però sono arrivati soltanto in parte sul territorio. E per il ciclo attuale di bilancio, giunto ormai a oltre metà della sua vita (finirà nell’anno 2020), mostra nuovamente la tendenza ad importanti ritardi. L’Italia è il quinto Paese europeo per contributi netti versati alle casse comunitarie.