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Dalla vecchia patente al nuovo formato card

Patente nuova formato card

Oggi disponiamo della patente formato card, comoda e moderna, ma non è stato sempre così. Conosciamo meglio i modelli che l'hanno preceduta.

Dal 19 gennaio 2013 è stato, come tutti sanno, introdotto una nuova patente di guida. Tra pochi anni, tutti i rinnovi saranno sostituiti da questo nuovo modello. Per dimensioni e formato sarà molto simile ad una carta di credito. Il vantaggio di questa uniformazione, sarà superare le varie norme e direttive comunitarie che negli anni si sono accavallate. Un po’ di nostalgia ci spinge però a ricordare le varie versioni che si sono susseguite nell’arco di un secolo.

Le origini della patente

Sembra che tutto nacque nel 1833 a Parigi dove a Lèon Serpollet venne rilasciato il primo “permis de conduire” per guidare il triciclo a vapore da lui stesso ideato, con il limite di non superare la velocità di 16 km/h. Una cinquantina di anni più tardi, al grande ingegnere tedesco Karl Benz venne rilasciata una delle primissime autorizzazioni. Non stiamo parlando di documenti ufficiali, ma di lettere scritte a mano e non rispondenti ad alcuna normativa. In Italia la storia comincia a Milano, dove il Comune promulga nel 1898 il primo “Regolamento per la Circolazione delle Vetture Automobili”. Nell’articolo 18 viene previsto il rilascio di una concessione di guida, a seguito della verifica del possesso delle idonee fisiche e tecniche necessarie.

I Decreti Regi

In più di cento anni molti sono stati gli interventi normativi e sulle regole della strada che direttamente hanno influito sulle patenti.

La prima vera normativa nazionale è il Decreto Regio n° 416 del 1901. Era costituito da 51 articoli tra cui quello che prevedeva un’apposita licenza da richiedere al Prefetto competente. A seguito di positiva prova presso l’Ufficio del Genio Civile, veniva rilasciato un libretto con foto e firma del conduttore. Era previsto anche uno spazio per eventuali future contravvenzioni. Già allora sussisteva l’obbligo di portare sempre con sé il libretto di licenza, a seguito di specifica richiesta da parte degli agenti di polizia stradale.

I primi italiani

Il primo italiano ad ottenere questa patente fu Bartolomeo “Alberto” Tonietto, celebre parrucchiere di casa Savoia, nel 1901. La prima donna fu invece Francesca Mancusio che ottenne il certificato di idoneità nel 1913.

Nel 1905 viene introdotto l’obbligo della targa automobilistica mentre i limiti di velocità vengono elevati a 40 km/h al di fuori dei centri abitati.

Ma fu col Decreto Regio del 1923 che venne data un’organicità in materia di circolazione stradale, sia per le auto che per i motocicli. Vennero abrogate tutte le disposizioni valide fino a quel momento. Per la prima volta il certificato di abilitazione alla guida viene chiamato “patente”. L’ente preposto al rilascio rimane il Circolo Ferroviario d’Ispezione, a seguito di idoneità conseguita presso il Prefetto.

Requisiti fisici e morali

I requisiti fisici necessari furono così stabiliti:

  • visus non inferiore a 14/10;
  • udito capace di percepire voci a 8 metri di distanza;
  • assenza di sintomi di intossicazione alcolica e di malattie fisiche o psichiche pericolose.

Si vietò di conseguire la patente ai sottoposti al regime di sorveglianza speciale o chi fosse stato condannato per delitti contro la persona.

Il foglio rosa e le scuole di guida

Inoltre venne introdotto il “foglio rosa”, per consentire di esercitarsi a chi abbia presentato domanda per la patente, purché a fianco di conducente abilitato. Ogni 10 anni, furono stabilite delle revisioni generali o parziali. Si introdusse il primo accenno alle categorie con la suddivisione tra patenti ad uso privato e quelle ad uso servizio di piazza. Si istituirono le scuole per conducenti di automobili, con corsi non inferiori ad un mese. L’esame si svolgeva alla presenza di un ingegnere, del direttore del Circolo competente e dell’istruttore.

Nel Decreto del 1928 fu introdotta la patente di terzo grado per chi esercitava la professione di conducente. Venne abolita la patente di guida per i motoveicoli. Non era possibile conseguire la patente prima dei 21 anni di età, 18 con il consenso dei genitori. Furono in quell’occasione introdotte le procedure per le patenti provvisorie, per le conversioni, per quelle speciali.

La Convenzione di Ginevra

Nel 1940 la patente divenne a tutti gli effetti un documento identificativo valido come la carta di identità. Nel 1959 si recepirono nel nostro ordinamento le norme unificati su modello e categorie a seguito della Convenzione internazionale sulla circolazione stradale di Ginevra nel 1949.

Divenne fondamentale denunciare il cambio di residenza con l’obbligo di annotarlo sul documento. Lo scopo probabilmente era evitare il rilascio di più patenti ad un medesimo soggetto. La pena per guida senza patente era molto aspra, arresto da 3 a 6 mesi. Prevista anche un’ ammenda salata, dalle 10.000 alle 40.000 lire. Qui abbiamo la prima disposizione di sostituzione entro luglio del 1961 di tutte le vecchie patenti. Vengono previste 3 versioni di patenti:

  • il modello MC 702 per uso pubblico
  • il 703 per macchine agricole
  • il 704 per uso privato. Si tratta di documenti su supporto telato

Fino al 1974 venne emesso il modello 701, molto simile al precedente e composto di 6 pagine. La prima con il frontespizio, la seconda con i dati del conducente e la foto, la terza la categoria, la quarta con le annotazioni sui cambiamenti di residenza, la quinta per le marche da bollo e la sesta per i provvedimenti. Prevalentemente compilato a mano rimaneva privo delle necessarie misure anti-falsificazione.

Nel 1984 questi modelli vennero sostituiti dal 701/MEC. Abolita la patente ad uso pubblico, viene però introdotto il certificato di abilitazione per la guida in servizio pubblico. Dal 1977 la stampa diviene meccanizzata. Di questo modello sono state emesse 4 versioni che seguiranno la normativa europea, anziché la Convenzione di Ginevra.

L’uniformazione europea della patente

La direttiva comunitaria 80/1263/CEE del 1980 ha uniformato i modelli di patente emessi dagli Stati membri. Ancora però ogni paese poteva decidere se inserire o no la foto del guidatore. Poteva anche adottare o meno sistemi di sicurezza per evitare falsificazioni. La sottovalutazione all’epoca di quest’ultimo aspetto ha causato esiti molto negativi negli anni a venire.

Il “Codice della Strada”, approvato nel 1992, ha subito negli anni molte modifiche ed integrazioni. Il modello di patente emesso in quegli anni è stato il 701/C, sostituito nel 1995 dal 701/D e poi dal 701/E. Rispetto al modello precedente, il supporto cartaceo è filigranato con fibre cellulosiche e la compilazione esclusivamente di tipo meccanografic. Tutti i documenti vengono d’ora in poi rilasciati dalla Motorizzazione. In questo modo la contraffazione del documento risulta molto più difficile.

Cambio residenza all’interno del U.E.

Dal 1996, non è più obbligatorio convertire la patente di guida nel caso in cui il titolare stabilisca la nuova residenza all’interno di uno stato dell’Unione Europea. Le categorie, inoltre, vengono armonizzate. Si stabilisce il reciproco riconoscimento del documento tra gli Stati membri. Si fissa in maniera univoca un’età minima per il rilascio a seguito di esame sia teorico che pratico, i casi di revoca, ritiro o limitazione nell’uso.

Il modello 701/F, dotato di fondino, è rimasto in uso fino al 1999, anno di emissione delle patenti in formato card. Viene soppressa la tassa annuale sulle concessioni governative.

Il modello successivo 720 F, viene adottato dai 15 Stati della C.E. Costituito da materiale plastificato, predisposto per microprocessore. Molto diverso dalle versioni precedenti per dimensioni e compilazione, viene stampato termograficamente. Il formato ha le stesse voci e codici per tutti gli Stati, in modo da facilitarne l’interpretazione. I codici validi per tutti sono numerati fino al 99, mentre dal centesimo in su valgono solo nello Stato di rilascio. Di questo modello esistono differenti versioni, ognuna con delle particolarità, come la stampa in laser, rilevabile al tatto.

Il formato card

Con la direttiva comunitaria 96/47/CEE, venne concesso agli Stati membri, la possibilità di scegliere un formato alternativo. La scelta ricadde sul cosiddetto formato “card”, con uno spazio riservato all’introduzione di microchip. Non venne escluso anche l’utilizzo di contrassegni colorati, codici a barre, elementi di sicurezza

Arriviamo così alla nuova patente di guida, con la speranza in futuro di vederne emessa una uguale per tutti gli stati della UE. Sono ancora troppi e di generazioni trasversali, i documenti tuttora validi in circolazione. Questa disomogeneità favorisce contraffazioni e traffici illeciti, così difficili da contrastare a livello internazionale.

Il processo di semplificazione, ormai avviato, necessita a breve di una conclusione. Lo scopo è quello di rendere completamente efficaci i controlli stradali. In un periodo così instabile, minato da attentati terroristici in tutta Europa, avere dei sistemi di sicurezza condivisi diventa una condizione indispensabile.