> > Acqua in bottiglie: n.cose da sapere

Acqua in bottiglie: n.cose da sapere

bottiglie riciclate

Stiamo andando incontro all'estate e tra non molto vedremo scorrere tra le notizie in sovrimpressione del nostro televisore la solita stringa con le temperature da capogiro raggiunte nelle varie città italiane - e non solo. A seguire vedremo anche il solito servizio passato dai telegiornali che rip...

Stiamo andando incontro all’estate e tra non molto vedremo scorrere tra le notizie in sovrimpressione del nostro televisore la solita stringa con le temperature da capogiro raggiunte nelle varie città italiane – e non solo. A seguire vedremo anche il solito servizio passato dai telegiornali che riprende gli italiani rinfrescarsi alle fontanelle e alle fontane delle piazze. oppure intenti a rinfrescarsi sotto le fronde di un albero. E’ un film visto e rivisto. L’ultimo tassello del puzzle sono i soliti consigli medici per affrontare il caldo desertico che fra non molto ci colpirà. Primo fra tutti “bere molta acqua”. Ed è qui che casca l’asino.
Durante le stagioni calde, e soprattutto in piena estate, si verifica un aumento esponenziale delle vendite di prodotti freschi. Gelati in primis. Ma forse non tutti sanno che il più grande business è quello dell’acqua imbottigliata.
Niente di nuovo. E’ una pratica molto comune quella di acquistare bottigliette d’acqua nei bar delle nostre città o nei supermercati, soprattutto quelle a dimensione di borsa. Sono una mano santa quando il sole diventa cocente.
Ci sono però alcune cose che non vengono dette, notizie che non vengono diffuse.
Quale materiale viene utilizzato per la realizzazione di queste bottiglie? La plastica ovviamente, anzi nello specifico, plastica riciclata. Riciclare è utile. Ci aiuta a diminuire gli sprechi e salvare il pianeta. Però. E si cari lettori. C’è un bel però. La plastica non può essere riciclata all’infinito perché ha una data di scadenza. Spieghiamoci. Il processo che sta alla base del processo di riciclo della plastica non è qualcosa di “ecologico” ma, al contrario, richiede l’impiego di molte sostanze chimiche che in qualche modo rimangono anche imprigionate nel prodotto finale.
Non cominciate a puntare il dito contro le varie industrie per accusarle di mancata trasparenza. Sulle bottiglie in questione tale “pericolo” è indicato a chiare lettere, anzi a chiari “numeri”. Basta capovolgere la vostra bottiglia e notare infatti sulla base un piccolo numerino. La progressione di quel numero (in Italia va dall’1 al 7) indica il materiale di cui è composto quel prodotto e anche il numero di volte che può essere utilizzato e riutilizzato prima che quelle sostanze chimiche di cui scrivevo più sopra vengano rilasciate (il simbolo da cercare e “studiare” lo vedete nella copertina di questo articolo).
Queste sostanze chimiche sono molto nocive per l’organismo umano tant’è che numerosi studi scientifici hanno anche redatto un lungo elenco di conseguenze e malattie che il continuo assorbimento di tali sostanze potrebbe causare. Ne citiamo solo due: disturbi dell’apprendimento e cancro al fegato.

Le scappatoie indicate dai medici sono diverse. In primo luogo suggeriscono l’uso o comunque l’acquisto di acqua e altre bevande in contenitori di vetro o l’uso di prodotti che possano essere lavati e/o sterilizzati e riutilizzati per lungo tempo. A seguire, l’utilizzo di depuratori domestici ad osmosi inversa o di alcalinizzatore ionizzante.

Quindi. Iniziate a pensare come muovervi. Evitare l’acquisto di tali prodotti potrà salvare sia il nostro pianeta che noi stessi. Buona riflessione.