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Artemisina: un principio attivo innovativo

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L'artemisina è quel principio attivo estratto dall'Artemisia annua L., una pianta erbacea originaria della Cina, con impieghi officinali terapeutici antichi. Tradizionalmente impiegata nella farmacopea popolare, l'artemisina è attualmente oggetto di ricerche scientifiche della medicina occidentale...

L’artemisina è quel principio attivo estratto dall’Artemisia annua L., una pianta erbacea originaria della Cina, con impieghi officinali terapeutici antichi. Tradizionalmente impiegata nella farmacopea popolare, l’artemisina è attualmente oggetto di ricerche scientifiche della medicina occidentale per svilupparne ulteriori utilizzi.

Dalla pianta di Artemisia annua si ottiene l’artemisina, una delle tante essenze naturali che la medicina tradizionale cinese sfrutta da secoli con risultati efficaci. Infatti il principio attivo è sia un antibatterico, sia un antibiotico che contrasta l’attacco di microbi e batteri presenti nel paziente. Inoltre, l’artemisina contrasta la febbre come altri antipiretici chimici della medicina occidentale e ha effetti benefici sull’apparato digerente.

Da tempo l’artemisina è nota in Occidente come componente dell’assenzio, benché non se ne conoscessero le applicazioni nel campo medico. Tuttavia solo alla fine del secolo scorso l’artemisina ha suscitato un vivace interesse nella comunità medico scientifica, ovvero dopo l’impiego massiccio del principio attivo nella lotta contro la malaria durante la guerra di Corea. Studi successivi hanno rivelato i meccanismi della potente azione dell’artemisina che contrasta la malattia, specie nei casi farmaco-resistenti.

Il successo del principio attivo estratto dall’Artemisia annua ha dato luogo a svariati studi scientifici che hanno messo in luce il fatto che l’artemisina contrasta l’accumulo eccessivo di ferro nel sangue. Questo contrasto è la chiave del successo del principio attivo dato che l’aumento e la concentrazione del ferro a livello ematico sono conseguenze della presenza negli organismi umani del plasmodio, il parassita che causa la malaria.

Attualmente negli Stati Uniti e nel Canada sono in corso ricerche e applicazioni sperimentali dell’artemisina nella cura dei tumori, in particolare quelli per i quali il livello del ferro nel sangue è anomalo. I risultati degli studi sono interessanti e hanno dato prove dell’interazione della sostanza a livello molecolare.

A livello sperimentale, è stato notato che, in alcuni tipi di cancro quali la leucemia e il cancro al seno, di norma associati a forti squilibri dei livelli di ferro nel sangue, l’impiego di artemisina ha ridotto le cellule tumorali. È stata osservata e descritta l’eliminazione selettiva delle cellule malate, talvolta fino alla loro scomparsa totale, in brevi lassi di tempo, pari a pochi giorni.

Prima di dichiarare il successo assoluto dell’artemisina nella lotta contro il cancro, la comunità scientifica occidentale si vuole affidare a ulteriori studi e sperimentazioni, specie per valutare la pericolosità degli effetti collaterali, data la sua tossicità a livello neuronale. Tuttavia, grazie alla letteratura medica già pubblicata e disponibile, la conoscenza del principio attivo si sta diffondendo presso i centri e i medici oncologici, offrendo ai pazienti un’ulteriore speranza per il futuro specie in associazione con le terapie tradizionali (chemioterapia, flavonoidi, ecc.).