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Riassunto de Il barone rampante di Italo Calvino

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Ne Il barone rampante, libro del 1957 di Italo Calvino, Biagio Piovasco di Rondò racconta la storia del fratello Cosimo, esiliatosi sugli alberi da adolescente.   Tutto cominciò con un rivoltante piatto di lumache cucinate dalla sorella Battista. Esacerbato da una serie di eventi ritenuti c...

Ne Il barone rampante, libro del 1957 di Italo Calvino, Biagio Piovasco di Rondò racconta la storia del fratello Cosimo, esiliatosi sugli alberi da adolescente.

Tutto cominciò con un rivoltante piatto di lumache cucinate dalla sorella Battista. Esacerbato da una serie di eventi ritenuti come affronti personali, il futuro barone Cosimo Piovasco di Rondò decise di salire sull’elce vicino casa con il proposito di non rimettere più piede a terra.

Spostandosi di ramo in ramo il futuro barone cominciò a conoscere le sue terre, conoscendo le misere famiglie del circondario i cui ragazzi rubavano frutta facendo dannare i contadini e approfittando della complicità della Sinforosa, la ragazzina autoritaria che abitava nell’attigua villa degli Ondariva.

Partita la ragazzina, Cosimo organizzò meglio la sua vita tra le fronde sfuggendo ai vari tentativi di cattura da parte della famiglia. Nel frattempo si imbatté in un misterioso bassotto che divenne il suo cane da riporto nelle battute di caccia. Appassionatosi alla lettura e agli studi filosofici, creò la sua biblioteca aerea e conobbe il brigante Gian de Brughi con il quale condivise la lettura dei libri fino all’esecuzione del fuorilegge.

Dall’alto seguiva le vicende della villa paterna, come la morte del padre dopo la quale prese seriamente il suo ruolo di barone, più che in passato quando si era reso indispensabile per la prevenzione degli incendi, le operazioni di potatura degli alberi e il pattugliamento contro i malintenzionati.

In quest’ultima veste il barone scoprì gli affari segreti tra Enea Silvio Carrega, amministratore della proprietà avita dall’avventurosa giovinezza nelle terre degli Ottomani, e dei contrabbandieri maomettani. Sgominati i pirati, Cosimo distribuì il bottino nascosto dei pirati tra le famiglie affamate residenti nei boschi.

Essendo bello, il barone conobbe l’affetto con Ursula, una spagnola residente sugli alberi con la famiglia e altri compatrioti per non contravvenire l’ordine di risiedere sulle terre dove dimoravano. Tuttavia, quando il sovrano iberico perdonò gli esuli, questi partirono, lasciando Cosimo alla sua solitaria vita aerea, finché egli non incontrò Donna Viola, ricchissima vedova, proprietaria dello scomparso bassotto e della villa degli Ondariva.

Si trattava della ragazzina partita anni prima, indomita come sempre. Viola salì sugli alberi con il barone, pur continuando a viaggiare e creare scaramucce amorose con Cosimo che rese pazzo di gelosia fino ad abbandonarlo per sempre, affranto e sempre più incline alla stravaganza.

Anziano, Cosimo visse le sue ultime avventure quando i francesi di Napoleone sopraffecero le truppe austriache che si aggiravano tra i suoi boschi. Stanco, sempre più anziano, il barone infine scomparve, lasciando nel fratello Biagio un grande senso di solitudine e una storia da raccontare.