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Qual è la differenza tra LIS e ASL

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L'acronimo LIS sta ad indicare la lingua italiana dei segni, ufficialmente riconosciuta a livello sociologico: diretta discendente della lingua dei segni francese, sebbene esistesse da secoli, solo da qualche decennio a questa parte è stata oggetto di interpretazioni più approfondite. La LIS è un...

L’acronimo LIS sta ad indicare la lingua italiana dei segni, ufficialmente riconosciuta a livello sociologico: diretta discendente della lingua dei segni francese, sebbene esistesse da secoli, solo da qualche decennio a questa parte è stata oggetto di interpretazioni più approfondite. La LIS è una vera e propria lingua, con struttura e sintassi, anzi dalla grammatica più complessa: come nel greco antico, la LIS presenta anche una sorta di duale, una forma pronominale usata per indicare due o più persone insieme, e i verbi concordano sia col soggetto che con il complemento oggetto, come avviene nella lingua basca.

Inoltre, tutta una serie di espressioni facciali vanno ad accompagnare i gesti e a sostituire la voce. Ogni segno presenta quattro componenti gestuali (movimento, orientamento, configurazione e luogo) e tre non gestuali (espressione facciale, postura e componenti orali).

La ASL (American Sign Language) ha un alfabeto manuale diverso da quello LIS e le espressioni facciali sono più enfatiche: iniziò a diffondersi in America a partire dalla metà del diciannovesimo secolo, e venne sviluppata dai bambini sordi in maniera spontanea: a differenza della LIS, nonostante sia una lingua molto bella, risulta più bistrattata e meno compresa, è diffusa prevalentemente in Canada e negli Usa, è materia d’insegnamento nelle Università statunitensi ed è impiegata nell’Università Gallaudet (di cui parlò ampiamente Oliver Sacks nel suo libro ‘Vedere Voci’), l’unica Università dei sordi riconosciuta.

Viene usata, ma unita alla lingua dei segni francese, in molte scuole per sordi di Zimbabwe, Gambia, Malawi, Liberia.

Alla fine degli anni Cinquanta William Stockoe analizzò questo tipo di lingua, e scoprì che scomponendo e ricomponendo i singoli segni della ASL si poteva dare origine a una miriade di nuovi segni; con la pubblicazione del suo libro “Sign Language Structure: An Outline of the Visual Communication Systems of the American Deaf” non solo diede il via a tutta una serie di studi e ricerche sulle varie lingue dei segni del mondo (ognuna delle quali presenta una sua struttura e un alfabeto differente), ma riconobbe che la lingua dei sordi era da considerarsi al pari di tutte le altre lingue, contribuendo in maniera notevole all’integrazione nella società di tante persone affette da deficit uditivo in tutto il mondo.