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Chi ha inventato la moka

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Un uomo geniale che ha visto un collegamento tra una lisciveuse, una fonderia di acciaio e il caffè macinato

La lisciveuse una grossa pentola munita di tubo con la parte superiore forata. Si mettevano all’interno i panni, il sapone e acqua. Durante l’ebollizione l’acqua risaliva e scendeva nuovamente sul bucato sciogliendo e mescolando il detersivo, la lasciva.

Premessa

Nel 1919 Alfonso Bialetti aprì un’officina presso Verbania, dove lavorava e realizzava prodotti tramite la fusione dell’alluminio, mettendo a frutto l’esperienza maturata precedentemente in Francia. Era un bravo artigiano piemontese e creava dei pezzi fusi da disegni e progetti personali che vendeva con profitto sul mercato locale.
La nascita della moka, il suo prodotto più rivoluzionario, è legata all’osservazione di un lavoro quotidiano delle massaie.

La storia

Bisogna premettere che all’inizio del Novecento, in Italia le lavatrici non erano diffuse e quindi per fare il bucato si utilizzavano dei pentoloni dove lavare la biancheria. L’acqua saponata, bollendo, risaliva su per un tubo forato posto al centro della pentola per ricadere sui panni in un ciclo continuo.
Ispirato da quella pentola, chiamata lisciveuse dal nome della lisciva, il sapone di allora, Alfonso Bialetti disegnò una caffettiera che sfruttasse lo stesso principio: era nata la moka, dal design squadrato che richiamava le geometrie dell’art déco.

Com’è fatta

La moka è un oggetto quotidiano dall’uso semplice che è formato di diversi prezzi. In una caldaia, un solo pezzo con una valvola di sicurezza, si scalda l’acqua che salendo, attraversa il filtro dove si trova il caffè macinato, per arrivare al recipiente contenitore, con il tubo forato in alto.
Uscendo con il familiare gorgoglio fragrante, il caffè è pronto da bere, senza alcun residuo fastidioso. Completano la moka, il coperchio squadrato come il corpo della caffettiera, con un pratico peduncolo per essere alzato senza scottarsi e la maniglia, entrambi originariamente in bachelite, prodotto plastico estremamente diffuso al tempo.

L’idea

La moka rivoluzionò la vita quotidiana, bisogna infatti ricordare che prima dell’invenzione di quella caffettiera, il caffè non aveva la diffusione capillare che ha oggi e di norma si beveva al caffè, secondo una tradizione nata nel Settecento. A casa, si bolliva il caffè macinato in un pentolino e poi lo si filtrava.

La svolta

Prodotta come oggetto artigianale, nel 1933 la moka arrivò sul mercato italiano con un discreto successo. Nel 1946, tuttavia, il figlio Renato diede un impulso nuovo al mercato della moka e in un solo anno ne vendette un milione. La grande svolta, che rese il marchio riconoscibilissimo fu l’impiego dell’Omino con i Baffi nella pubblicità.

Dagli anni Cinquanta questo simpatico personaggio, una caricatura di Alfonoso Bialetti stesso, è associato al marchio di fabbrica e a tutta la gamma di prodotti realizzati dall’azienda, specializzata in pentolame e piccoli elettrodomestici.

Perfetta tanto da avere subito minime modifiche nel tempo, il nome della caffettiera richiama Mocha, città yemenita dove si produce una varietà pregiata di caffè.